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venerdì 29 marzo 2013

§ 007 290313 CIROTANO: L'innatismo morfo-sintattico.

GRAMMATICA STROLICA DEL CIROTANO E DEI SUOI DETTI.
Qualche risposta.
Grammatica perché gira intorno alle parole, o meglio: alle lettere che le compongono (gramma).
Strolica perchè gli argomenti saranno arbitrari, casuali, dettati dai giramenti di luna o stelle, quindi nulla di rigidamente ordinato. Stròlicu significa astrologo, e col tempo è diventato sinonimo di persona dalle imprevedibili elucubrazioni, quasi un poeta.
Cirotano perché tratta del mio modo di ricordare e mormorare la mia parlata nativa, della Cirò Marina in cui ho vissuto fino a 20 anni, ché gli altri (34, finora...) li ho trascorsi in Valle Padana.
Del cirotano e dei suoi detti, giusto per richiamare, in tono scherzoso, goliardico, qualche magistrale testo sui dialetti e le lingue d'Italia.
L'INNATISMO MORFO-SINTATTICO.
Ripensando alle forme verbali dell'infinito in uso nella parlata cirotana, un dato salta subito all'occhio, cioè l'accentuazione mobile, soprattutto, se non esclusivamente, dei verbi non appartenenti alla prima coniugazione. Se andiamo al post 'Prima pagina del vocabolario cirotano', su questo stesso blog, troveremo i verbi abbaddàre, abballàre, abbampàre, abbannunàre, ecc., tutti della prima coniugazione, per i quali l'accento è fisso, inamovibile; proseguendo, troveremo, nei post successivi, i verbi accanuscire, addìjre, adducire, ajuncire: qui l'accento varia nel modo seguente:
accanùscire/accanuscìre, 
addìjire/addijìre, 
addùcire/adducìre, 
ajùncire/ajuncìre.
                                                         ********************
Come si spiega strolicamente parlando questo fenomeno? Ritengo che la lingua sia spesso più preparata all'uso di quanto il suo stesso utilizzatore possa ritenere, e che questa mobilità sia qualcosa di innato, di connaturato al parlante. I verbi della prima coniugazione posano, e riposano, su una vocale forte, quella bella 'a' palatale della desinenza verbale, e non sono soggetti a 'tentennamenti', cosa che avviene per le vocali 'e' ed 'i', evidentemente più 'fragili di carattere'. Un po' come in volgare latino, dove 'manducare' ha dato luogo a un verbo 'forte' come 'mangiare', mentre il più striminzito 'edere' si è dovuto accontentare di sopravvivere in forme più colte, come 'edule'. 
Di quanto sopra, il parlante ritiene memoria spontanea, posizionando l'accento dei verbi mobili a seconda della situazione o, in definitiva, di cosa e come gli aggrada esprimere. Sembrandomi cosa spontanea, ho parlato di innatismo.
...e d'eccussì mi sugnu fattu accanùscire, o accanuscìre!
Non succederà, ma se un non-cirotano dovesse leggere queste mie fole, gli dovrei far notare che il cirotano non si legge così come è scritto, purtroppo (tra l'altro, non ho fatto ricorso all'uso dei caratteri IPA, nemmeno alla schwa: è troppo lungo da farsi al pc). Tornando alla frase '...e così mi sono fatto riconoscere' più sopra esposta, direi che: le 'i' blu sono accennate, così come le 'e' e le 'u' fucsia sono solo una presenza silenziosa, ché non si sentono quasi. E a cirotani e non, farei notare quella sapienza tattica connaturata alla parlata: per la regola dell'accento mobile, questo, che prima insisteva sulla u di accanùscire, dove la i blu era solo accennata, spostandosi su quest'ultima, impone che la pronuncia sia quella di una i tonica, piena: accanuscìre, quindi! Questioni di sensibilità, di misura, o... quasi quasi di prosodia.
Cià!

§ 006 290313 Vocabolario cirotano pagine 5,6.

  vers. 29.3.2013


Ácru
Aspro, acre.
Àcu
Ago.
Adacquàrə
Innaffiare, irrigare.
Addattàrə
Allattare.
Addìjirə
Scegliere, selezionare, scegliersi: s’è addijùtû nu pocu ‘e rroba, si è scelto un po’ di roba.
Addimmannàrə
Domandare; si noti: l’he addimmannàtu, gli ho domandato, che alla lettera significa: l’ho ‘reso’ domandato.
Addimmuràrə
Attardarsi, prolungare una sosta.
Addirizzàrə
Raddrizzare, ma anche riuscire in un tentativo, indirizzare.
Addiventàrə
Diventare.
Addivertìrə
Divertirsi.
Addobbàrə
Addobbare, preparare.
Addòtta
Lotta; non ‘a dotta’: infatti: farə addotta, farə ar’addotta, lottare.
Addùcîrə
Far luce, illuminare
Addumàrə
Accendere, nel senso di ‘far luce’.
Addumàtu
Acceso, ma non nel senso di luce, che si dice ‘appicciàtu’, bensì come nella frase, metaforica, è nu focu addumàtu, è un fuoco acceso, nel senso di persona scatenata per l’ira.
Addunàrə
Accorgersi, rendersi conto. M’addugnu ca stè sbagghjannu, mi rendo conto che sto sbagliando.
Addupprîcàtu
Esclamazione che significa ‘raddoppiato’, in risposta ad auguri, ringraziamenti, invettive. Tant’augurij! , e in risposta: Adduppricati pur a buj!
Addùvə, -a
Dove.
Adòbbjiu
Anestesia, derivante da oppio.
Adocàrə
Educare.
Adocàtu
Educato.
Adoccàrə
‘L’occare o adoccare si esegue perloppiù a mano di uomo colla zappa che rompe ed appiana le zolle.’ (GFP)
Adocchjàrə
Adocchiare, tenere d’occhio, sotto controllo.
Aériju
Aeroplano.
Affascînàrə
1. affascinare 2. fare l’affascinu, cioè una specie di malocchio, o magarìa, qualcosa di profondamente rituale, in negativo, atto a ‘catturare’ la persona oggetto dell’affascinu.
Affascînàtu
Persona vittima dell’affascinu.
Affàscînu
Rituale quasi magico, esoterico, col quale si ‘catturano’ persone ignare, paragonabile ai riti voodoo, e dal quale si esce facendo togliere l’affascinu da persona  qualificata, sempre secondo un preciso rituale.
Afferrîcàrə
Afferrare, anche nel senso particolare di riuscire a cogliere e trattenere la presa.
Affìdu
Affido.
Affilatùru
Utensile per affilare.
Affissàrə
Fissarsi su qualcosa: mo’ si c’è affissatu (fissàtu) ccu chira ddà, ora ha perso la testa per quella là.
Affrìggîrə
Affliggersi.
Affrìttu 
Afflitto; è affrittu aru coru: afflizione profonda, da dolore, specie per amore non corrisposto.
Affruntàrə
Affrontare.
Affucàrə
Affogare, strangolare.
Affucatìna
Affogamento, strangolamento.
Affumicàtu
Affumicato.
Aggarbàrə
1. Incontrare il favore di q.no: si t’aggarba, se ti piace, se ti sta bene; 2. Sistemare, adeguare, rendere ‘pulito’ cioè piacevole, bello, qualcosa.
Aggarbàtu
Garbato, compìto.
Àgghja
Aglio.
Agghjacciàrə
Agghiacciare.
Agghjìrə
Locuzione avverbiale: verso; alla lettera significa ‘all’andare’, nel senso di direzione, per cui: agghjìrə subba, andare in su.
Agghjòlu
Specie di aglio selvatico.
Aggiovàrə
Trarre beneficio, soprattutto in senso fisico; sinn’è benutu c’un c’aggiovava l’aria: se ne è tornato (al paese) perché non gli giovava l’aria… ma forse è una leggenda urbana.
Aggrancàrə
L’irrigidirsi di nervi, muscoli, dovuto soprattutto a freddo.
Aggrancàtu
Irrigito, tirato.
Aggraźîjàtu
Aggraziato.
Agguajàrə
Abbaiare.
Aggualàrə
Pareggiare una coppia di oggetti o renderli uguali.
Agguantàrə
Agguantare, afferrare.
Agnèddu
Agnello, forma desueta.
Agneddùzzu
Piccolo di agnello.
Agnellu
Agnello.
Àgonu
Agnello di età inferiore ad un anno.
Aguànnu 
Quest’anno, come in italiano antico. Sin guànnu.
Agùgghja
Aguglia.
Aguràrə
Augurare.
Agurìźa 
Liquirizia, pianta spontanea presente nel territorio cirotano; Sin. liguriźa.
Agùrju
Augurio. U bbon Agurju era un po’ il nume tutelare della casa, benché non se ne abbia ormai memoria ‘tangibile’.
Agùstu
Agosto.
Ah
Esclamazione generica; si usa paticolare per spronare gli equini.
Ajèra
Ieri.
Ajerîssìra
Iersera.
Ájmu
Azzimo.
Ajùncîrə
Raggiungere, arrivare a, un po’ come lo spagnolo ‘alcanzar’.
Alàccia
Alaccia, tipo di pesce azzurro.
Alàrə
Sbadigliare.
Alàri
Alari, attrezzo per smuovere o afferrare carboni e tizzoni del caminetto.
Àlbîru
Albero.
Àlbiţru
Arbitro.
Alicia
Alice, acciuga, pesce azzurro.
Alladdrìtta
In posizione eretta.
Allamàrə
Desiderare intensamente qualcosa, spesso in unione col verbo ‘jìrə’: jìrə allamannu.
Allammucciùnu
Di nascosto, vorma univerbata.
Allanzàrə
Spingersi, osare, ‘allargarsi’: un t’allanzàrə!, non osare, non provarci!
Allardittu
Voce univerbata: all’impiedi.
Allargàre
Allargare.
Allašcàrə
Allentare, rendere ‘lasco’, spaziato.
Allattàrə
Allattare.
Allazzàrə
Allacciare; allazzarə i šcarpî.
Alleggiàrə
Alleggerire; si dice spesso per il dolore: m’è alleggiàtu u mal di denti, il mal di denti è diminuito.
Allentàrə
1. Dimagrire 2. Allentare.
Allentàtu
1. Dimagrito, da lentu, ‘magro’. 2. Allentato.
Alliffàrə
Insistere nell’imbellettarsi, curare l’aspetto esteriore, impomatarsi.
Allignareddàtu
Che ha assunto consistenza legnosa.
Allìrtu
Formazione avverbiale come agghjirə, qui col significato di ‘verso la salita’, l’erta.
Allisciàrə
Lisciare, lisciarsi.
Allissàrə
Aizzare.
Alliverzàrə
Rovesciare.