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venerdì 24 aprile 2015

§ 161 240415 In cerca delle proprie radici, Christine Caligiuri, Treasure of my heart. Parte seconda.

''Il destino ti attende sulla strada che hai fatto per evitarlo'' 
(Destiny is waiting for you on the road you made to avoid it: sorry for my english). 
''De volta ao começo''.
''Fùja quantu vo' ca ccà t'aspettu.''
Questo mio piccolo impegno, cosa trascurabile negli esiti, è dedicato a quanti hanno affrontato gli oceani senza saper nuotare, i cieli senza saper volare, la terra senza sapere dove andare: migranti, sempre, come Clerina e i tanti di cui non tratteniamo nemmeno il nome.
Il link alla puntata precedente: 



martedì 21 aprile 2015

§ 160 210415 Si figghj 'e mamma mpunn u maru

Si figghj 'e mamma mpunn u maru
mi vrigognu pur a tu dire, ohi ma'
a tì ca mo' tuttu vidi e tuttu po' sapire
chisà com ti senti merannu a si quatrari
ccu l'occhj mpinti ari funni du maru
si si potissa sciuddare sa nnaca chjna
'e morta ca subb u giuvinu si cumporta
com s'a carne 'e si cristiani
fossa rigalata peju ca chidda di cani
mi vrigognu, ma', mi vrigognu com nu latru
'e su maru c'un si po' acquetare
e cittu cittu vena
speranzusu 'e spùnnire
all'urmu si criaturi 'e nu culuru malidittu
si poviri figghi
s'occhj citti
si mani senza nenti
si facci semp' affritti
mi vrigognu, ma'
mi vrigognu 'e sa maretta
ca s'unchja e abbuffa,
naca scuntenta 'e tanta morta ca ni fa tavutu.

Questi figli di mamma in fondo al mare
mi vergogno anche a dirtelo, ma'
a te che ora tutto vedi e tutto puoi sapere
chissà come ti senti scrutando questi bimbi
con gli occhi incollati al fondo del mare
se si potesse stappare questa culla piena
di morte che addosso ai giovani si comporta
come se la carne di queste persone
non avesse un prezzo, nemmeno fossero dei cani
mi vergogno, ma', mi vergogno come un ladro
per questo mare che non trova pace
e zitto zitto viene
con la speranza di posare
sulla battigia questi bimbi dal colore maledetto
questi poveri figli
questi occhi zitti
queste mani senza niente
questi volti sempre afflitti
mi vergogno, ma'
mi vergogno di questa breve onda
che si gonfia e sbuffa,
culla dolente di tanta morte che la (ci) rende bara.

domenica 19 aprile 2015

§ 159 190415 Conferenza liliana di Francesco Vizza.

Giorno 22 aprile c.a. si terrà, come da locandina allegata, una nuova conferenza o presentazione dell'opera liliana a cura del nostro caro Francesco Vizza, un intellettuale vero, che non esito a definire valoroso, e non per i motivi di ormai fraterna amicizia che a lui mi legano, ma per l'impegno assiduo - che in quanto tale richiede anche sacrifici quotidiani - col quale Francesco indaga e chiarifica l'opera del grande astronomo psichroneo (o 'alecino', come mi piace dire). Ricerca assidua e sacrifici di vario tipo, dicevo, e per un vero cultore delle scienze non potrebbe essere diversamente: un po' come l'attore che continua a meditare sulla parte da offrire al pubblico, impegnandosi nell'indagine magari di una sola espressione del volto, o sull'intonazione di una singola parola o frase... e sacrifici, perché bisogna farne sempre: sono contemplati, comunque e sempre, nello spirito del dare che anima i veri facitori di cultura e di scienza. E Ciccio, un suo posto tra questi 'facitori' lo occupa a buonissimo diritto...



venerdì 10 aprile 2015

§ 157 100415 Il ritorno di Giufà, e a proposito di certe pagine di 'social' che parlano di Cirò Marina...


Grazie, amico mio, 
per le foto: sono bellissime, ognuna dice di te, di noi, di altri che come noi vivono in maniera profonda quei luoghi e quei tempi.... Sono istantanee personali che si protraggono nel tempo, avvolgendolo in carta azzurrata da mare, da cielo, da zucchero, carta antica, caro amico mio, ed è per questo che mi fa arrabbiare molto chi se ne appropria, di immagini e sentimenti, carpendoli ed esponendoli ai quattro venti, su pagine che di social hanno molto poco, nella ricerca spasmodica di visibilità e di 'mi piace'. Stiamo scherzando?  Appropriarsi dei sentimenti altrui, espressi in qualsiasi forma, parole, foto, disegni, poesie, è una violenza usata nei confronti non solo miei ma di quanti colgono un istante che vorrebbero rivivere insieme agli amici o magari anche insieme all'universo mondo, ma senza uscirne 'derubati'. Me ne sono reso conto a mie spese, e con rammarico, vagando per questi social che parlano di Cirò Marina e paraggi... Fa nulla, o quasi. Rimane, oltre all'amarezza, una certezza di fondo, che tra l'originale e la copia c'è sempre una differenza ineludibile: lo spirito, amico mio.
Ti abbraccio e ringrazio,
Cataldo. 
Ma siccome sono inguaribile, peggio di Giufà/Jogale, per quanto riguarda il dare in cambio di nulla, contrariamente ai tuoi saggi consigli, pubblico, anzi, 'espongo', questo scritto in cui Giufà, in un certo senso, torna a casa, cosa che faccio, almeno in parte, anch'io. Il testo è trascritto secondo la mia 'grammatica strolica', se non me l'hanno portata via, anche quella, prima di nascere del tutto. (Pagina 1/4).