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martedì 12 gennaio 2016

§ 188 120116 La misura del tempo, di Cirò, di Salamanca... Carabias Torres, Nothaft, Vizza.

Antepongo, qui, la descrizione reperibile in rete (iTunes) del libro 'Salamanca y la medida del tiempo', della professoressa Ana María carabias Torres:
    ''Entre los veinte textos españoles con los que la UNESCO inauguró la Biblioteca Digital Mundial se encuentra la Pragmática sobre los diez días del año, documento firmado Felipe II ordenando la reforma del calendario en todos sus reinos. Esta pragmática siguió a la bula Inter Gravissimas, expedida el 24 de febrero de 1582 por el papa Gregorio XIII que imponía dicho cambio sobre la cristiandad. Esta bula modificó el calendario juliano y ofreció uno nuevo llamado a partir de entonces «calendario gregoriano». La elección por parte de España de la Pragmática sobre los diez días del año para una biblioteca tan emblemática como la de la UNESCO refleja, sin ninguna duda, la importancia que tuvo en su día la reforma del calendario y la que ha seguido te niendo para la historia de la humanidad, pues hasta la actual norma internacional para la representación de fechas y horarios lo utiliza.El cometido de este libro es el estudio y publicación de los proyectos elaborados a tal fin por la Universidad de Salamanca a lo largo del siglo XVI, uno redactado en el año 1515 y otro en 1578, ambos bajo la solicitud simultánea de papas (respectivamente León X y Gregorio XIII) y reyes (Fernando el Católico y Felipe II). La primera y más importante de las conclusiones a las que se llega es que la Universidad de Salamanca inventó en 1515 un procedimiento matemático que permitía enlazar en un cómputo convergente el distinto ritmo del Sol y de la Luna; y que lo hizo de forma tan exitosa como para haber sido este procedimiento el que finalmente ratificaron los expertos vaticanos y el propio pontífice como base de la reforma gregoriana del calendario; descubrimiento que hasta el día de hoy se había atribuido al italiano Luigi Lilio. Este es un logro relevante para la ciencia e historiográficamente desconocido, que demuestra, una vez más, la excepcionalidad de los conocimientos matemáticos y astronómicos existentes en el seno de la Universidad de Salamanca en torno a esas fechas.''
    In grassetto si legge: 'la prima e più importante conclusione alla quale si giunge è che la Università di Salamanca inventò nel 1515 un procedimento matematico che permetteva di riunire in un calcolo convergente i differenti cicli del Sole e della Luna; e che fu fatto con un successo tale da essere stato questo procedimento quello che finalmente gli esperti vaticani e lo stesso pontefice ratificarono come base della riforma gregoriana del calendario; scoperta che fino ad oggi era stata attribuita all'italiano Luigi Lilio.'  Questa, in parole povere, sarebbe la tesi - e anche la scoperta - della professoressa Carabias Torres. Nel seguito vedremo cosa ne pensa il professor Nothaft nella sua lunga e circostanziata recensione di 'Salamanca e la misura del tempo'.
   Si veda, inoltre, la recensione del professor  Raúl González Salinero della Uned di Madrid, nella quale si può leggere: 'ante lo que la autora (cioè la prof. ssa Carabias Torres, n.d.r.) no duda en calificar de una coincidencia cercana al plagio' (pag. 236) la proposta liliana, che significa: l'autrice non esita a qualificare (la proposta di Lilio) di una coincidenza prossima al plagio.
    A seguire, il link all'articolo de 'Il Cirotano'. Luigi Lilio accusato di avere copiato la riforma del calendario.
Nota: nel testo che segue ho scritto erroneamente 'medida del tempo' anziché 'tiempo'.


1 commento:

  1. Per capire perché le proposte dell'Università di Salamanca NON coincidono affatto con quella di Luigi Lilio, non è necessario essere esperti di astronomia, basta leggere le proposte e capire un po' di matematica:
    A) La prima era appena abbozzata e consisteva in:
    1) Fissare la data dell'equinozio al 21 marzo eliminando 11 giorni per volta, e quindi 1 giorno bisestile ogni 134 anni. Non viene chiarito esattamente come si potrebbe fare perché 134 non è divisibile per 4, quindi sarebbe necessario inventare uno schema di eliminazione dei giorni bisestili come quello ideato da Lilio e Pietro Pitati. Nella migliore delle ipotesi, se si riuscisse in qualche modo a eliminare esattamente 1 giorno ogni 134 anni, il Calendario A avrebbe un errore solare di 1 giorno ogni 7283 anni, molto peggiore del calendario lilliano che sbaglia di 1 giorno ogni 10000 anni.
    B) La seconda proposta era piuttosto dettagliata e consisteva in:
    1) Fissare la data dell'equinozio al 21 marzo eliminando 11 giorni per volta, e quindi 1 giorno bisestile ogni 152 anni, più 1 giorno ogni 1216 anni, più 1 giorno ogni 15808 anni. Questo ciclo di eliminazione dei giorni bisestili avrebbe un errore di 1 giorno ogni 7384 anni, e sarebbe solo leggermente migliore della proposta precedente.
    2) Poiché ogni 304 anni vengono eliminati 2 giorni anziché 1, ogni 304 anni è stato necessario spostare i numeri d'oro di un giorno nel futuro per compensare il giorno in più eliminato. Avendo quindi un grande ciclo lunare di 15808 anni che comprende 832 cicli metonici e da cui vengono tolti in totale 52 giorni (al ritmo di uno ogni 304 anni) si ottiene un mese lunare salamantino di 29,53058511 giorni e un errore rispetto al valore moderno di 1 giorno ogni 14077 anni. Si confronti questo dato con l'errore lunare gregoriano di 1 giorno ogni 54246 anni.
    C) E infine una terza proposta anch'essa appena abbozzata, in cui:
    1) Si stabilizza la data dell'equinozio senza chiarire bene come, analogamente alla prima proposta.
    2) Si parte da una congiunzione lunare pasquale (media) ben calcolata astronomicamente, e si ottengono quelle di tutti gli anni successivi sottraendo 10 giorni e 15 ore alla data precedente se l'anno è comune, o aggiungendo 18 giorni e 21 ore se è embolismico. Questa proposta è modellata sul calcolo ebraico della Pasqua e dovrebbe essere valida come la prima, se si aggiungono e sottraggono i valori esatti, con secondi e tutto il resto. Anche se sospetto che il ciclo metonico da utilizzare per determinare se l'anno lunare è di 12 o 13 mesi debba introdurre qualche errore aggiuntivo.

    In breve, non solo nessuna delle tre proposte assomigliava allo schema di intercalazione e al ciclo dell'epatte di Lilio, ma erano tutte quantitativamente di qualità inferiore. Le affermazioni di Carabias non hanno alcun fondamento, e bisognerebbe essere ciechi per non vedere le differenze.

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